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Sdegno di Fratelli d'Italia Abruzzo: «Attacco sessista di Maurizio Landini a Giorgia Meloni»

Indignate reazioni di Carla Zinni, Tiziana Magnacca, Catia Di Fabio, Sigismondi, Testa e Liris

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Sta suscitando grande clamore a livello nazionale una frase pronunciata dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini contro il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. L’esponente sindacale ha definito il presidente Meloni “cortigiana”. Parola che, secondo la Treccani, rivolta ad una donna è sinonimo di “prostituta”. Circostanza denunciata in un post sui social dalla stessa premier e che ha suscitato reazioni indignate anche in Abruzzo.

«Come amministratrice comunale di Fratelli d’Italia desidero esprimere piena e convinta solidarietà alla presidente Meloni, ancora una volta oggetto di un attacco volgare e inaccettabile – ha dichiarato Carla Zinni, vicesindaco di Casalbordino e responsabile Enti Locali di Fratelli d’Italia Abruzzo - Le parole di Landini sono gravi, sessiste e cariche di disprezzo, un insulto che svela il vero volto di certa sinistra: quella che predica diritti ma poi colpisce con ferocia quando una donna non si allinea ai suoi schemi ideologici».

«Una donna libera, forte e determinata, che ha conquistato con merito la guida del governo, prima nella storia del nostro Paese merita rispetto anche da chi la osteggia politicamente – ha aggiunto Zinni - stigmatizziamo con forza questo ennesimo attacco e invitiamo tutte le forze politiche, nessuna esclusa, a condannare pubblicamente questa retorica tossica. Difendere Giorgia Meloni oggi significa difendere tutte le donne che ogni giorno subiscono discriminazioni solo per il fatto di essere donne».

«Landini contro Meloni, episodio n. 4276 “Il sindacalista e il patriarcato involontario” – la dura critica di Catia Di Fabio, sindaco di Monteodorisio e consigliere provinciale, alle parole di Landini - Ormai è un classico: lui parla, lei governa. Lui fa comizi, lei firma accordi internazionali. Lui urla nei microfoni, lei siede nei vertici mondiali. E adesso — per non farsi mancare nulla — ci mette pure le frasi sessiste. Un grande passo avanti… nel 1950».

«Forse pensava che chiamarla “la Meloni” fosse un modo affettuoso, ma è solo il riflesso di chi non sopporta che a comandare sia una donna davvero. C’è chi guida un Paese, e chi non riesce nemmeno a guidare le proprie parole – sottolinea Di Fabio - Lei costruisce, lui borbotta. E il rumore, si sa, serve solo a coprire il vuoto».

«Ho conosciuto Landini personalmente e, al di là delle eventuali divergenze, ho apprezzato la persona, rispettando al contempo il suo ruolo di leader nazionale di un sindacato.
Ma come può essere caduto così in basso da non controllare il linguaggio con cui definisce una persona delle Istituzioni – la massima istituzione – una donna e in ogni caso una cittadina?
Come può essergli sfuggito un simile termine (cortigiana) in riferimento a Giorgia Meloni, il Presidente del Consiglio di tutti gli italiani?
Come può essere il livore così forte da lasciar fuori controllo i freni inibitori che pure dovrebbero essere ancora più vigili quanto più alte sono le responsabilità?
Questo episodio, come tutti quelli dello stesso genere, mi scoraggiano come amministratore locale, come avvocato e come donna.
Ma dove sono finite tutte le belle parole progressiste sulla parità di genere, la coniugazione al femminile dei ruoli?
Le risorse culturali ed economiche delle istituzioni spese per coltivare il rispetto del genere?
Il lavoro che le scuole portano avanti per promuovere la parità di genere e la cultura della emancipazione femminile?
Davanti all’ennesimo femmiciniio di ieri, abbiamo ancora chi rappresentando ruoli decisivi nelI’apparato democratico del nostro Paese, si abbandona alla libertà di promuovere una cultura retrograda e ignorante, questa di ispiratrice di violenza contro le donne.
E i grandi discorsi sulla cultura patriarcale? Dove sono finiti?
Tutto solo facciata.
Alla faccia del lavoro sull’empowerment femminile delle donne e soprattutto delle nostre figlie.
Bell’esempio!
Il presidente del Consiglio dei Ministri dimostra ogni giorno, con i fatti di un’intera esistenza, che il mondo è dalla parte di chi si impegna con determinazione, con preparazione,  con l’impegno serio, con tenacia e nella cultura del rispetto.
E come lei una infinità di lavoratrici, professioniste, mamme, mogli, studentesse, sindaci e amministratrici. 

Non posso accettare, per il ruolo che ricopre, la mancanza di rispetto di Landini verso il Presidente del Consiglio: Giorgia, una donna, una mamma, una italiana». 

Tiziana Magnacca, assessore regionale alle attività produttive

«Le dichiarazioni di Maurizio Landini rappresentano un uso improprio del ruolo sindacale e un attacco politico frontale, del tutto inaccettabile per chi dovrebbe tutelare i lavoratori e non strumentalizzarli. Invece di alimentare tensioni e scontri ideologici, il segretario della Cgil dovrebbe concentrarsi sui veri problemi del Paese: il lavoro, la sicurezza, la produttività e il sostegno alle imprese. Fratelli d’Italia e il governo Meloni stanno lavorando con responsabilità e serietà per rispondere alle esigenze concrete degli italiani, non per fare propaganda.

Le uscite di Landini, ancora una volta, dimostrano quanto certa sinistra sindacale sia rimasta ancorata a vecchi schemi che nulla hanno a che vedere con la realtà e con il futuro dell’Italia».

Guido Liris, Etelwardo Sigismondi, Guerino Testa, parlamentari abruzzesi

«Esprimo a nome mio e dell'intera comunità politica di FDI della provincia di Chieti, piena solidarietà al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, vittima di offese verbali da parte del segretario generale della CGIL Maurizio Landini, che l'ha definita cortigiana. Un atto, a mio avviso, da condannare in quanto lesivo della dignità di una donna che è impegnata quotidianamente nella politica e nelle istituzioni. Tale comportamento è la prova di come, nell’anno di grazia 2025, sia ancora diffusa la mentalità maschilista secondo cui quando è una donna a rappresentare certi ruoli, sia permesso di attaccarla sull'aspetto fisico e non sulle competenze. Restano amarezza e profonda tristezza per l'attribuzione di 'cortigiana' rivolta al Premier Meloni, segno che abbiamo ancora tanta strada da fare per raggiungere, in politica come nella società, una cultura basata sul rispetto della persona e su una autentica parità di genere. Riteniamo, inoltre, segno di grande irresponsabilità morale ed etica, soprattutto in questo delicato momento storico, usare termini offensivi e imprechi da chi ricopre tale ruolo, senza conoscere il peso da dare alle parole, come i qualunquisti da bar trasferitisi sul web e i mestatori e provocatori che affollano blog, social network, siti internet che con i loro commenti hanno avvelenato l'aria e il clima politico, facendo credere che le battute da osteria trasferite nei post siano politica, gettando benzina sulla rabbia dei cittadini. Tutto fa parte di questo milieu, trionfo del qualunquismo. In questi contesti non può che crescere un clima che arma la mente dei più deboli e dei più disperati. Armano la mano anche di gente che si sente autorizzata a commettere atti violenti, istigata da parole che li convincono di essere legittimati a insultare e colpire. Soprattutto sono stati sdoganati gli insulti, aggressioni fisiche e verbali, come se fossero cose normali».

Carla Di Biase, consigliera provinciale e comunale di Chieti

 

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