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Di Primio lascia Forza Italia, Pagano: "Dichiarazione unilaterale, non posso che prenderne atto"

L'intervento del coordinatore regionale di FI: "È un problema di contrapposizione non politica ma meramente personale"

Redazione
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«Il sindaco di Chieti Umberto Di Primio dichiara unilateralmente di non considerarsi più di Forza Italia e non posso che prenderne atto. Ma dovrà essere lui a spiegare perché intende far ricadere su Forza Italia un problema di contrapposizione non politica ma meramente personale, quindi da affrontare e risolvere in altra sede». Il coordinatore regionale di Forza Italia Nazario Pagano interviene a margine di una nota diffusa dal primo cittadino teatino, dimissionario fino al 7 luglio, che fa seguito dell’approvazione del bilancio di previsione del Comune.  

«Ricordo a me stesso che Di Primio poco più di un anno fa venne accolto a braccia aperte da Forza Italia, che lo ha sostenuto con convinzione e lealtà non solo nel suo percorso amministrativo iniziato nel 2015 a Chieti, ma anche nell'azione di indirizzo politico nel suo complesso. Ricordo invece a lui, anche se dovrebbe saperlo benissimo, quanto io mi sia speso in prima persona, non lesinando tempo, impegno e mediazione, per ricucire lo strappo tra il sindaco e una parte dei consiglieri di maggioranza che prima lo avevano sostenuto e che poi hanno invece ritenuto di assumere una posizione critica nei suoi confronti. Fino all’ultimo, in qualità di coordinatore regionale di Forza Italia, ho provato in tutti i modi ad accorciare le distanze e smorzare i toni di una contrapposizione anche aspra, senza alibi e senza strumentalizzazioni».

«Per trovare un punto di incontro – prosegue Pagano â€“ occorre la volontà di arrivarci, che forse al sindaco è mancata. Personalmente avevo invitato tutti i consiglieri forzisti ad assumere un atteggiamento responsabile, a essere presenti in aula e votare il bilancio, a tutela dei cittadini di Chieti e del loro diritto a essere amministrati dal centrodestra secondo le indicazioni pervenute dalle urne nel 2015. La mia linea è stata quella della convergenza, della coerenza, del bene della città. Non tutti l’hanno intesa così e hanno voluto sostenerla, preferendo invece la prova di forza e lo strappo: chi ha sbagliato se ne assume la responsabilità personale e politica. Di Di Primio ho apprezzato le qualità e l’entusiasmo. Ne apprezzo un po’ meno un decisionismo che di politico, nel senso migliore del termine, ha poco o nulla».

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