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Verticale di Pecorino Superiore Doc, alla scoperta dell'autoctono biologico di qualità

In degustazione, a confronto tra loro, quattro annate della Tenuta Agricola Pesolillo: 2021, 2022, 2023 e 2024

Redazione
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L'enoteca “Il Trionfo di Bacco” ha ospitato ieri una verticale di Pecorino Superiore Doc a cura della Tenuta Agricola Pesolillo, produttrice di un autoctono biologico di qualità. In degustazione, a confronto tra loro, quattro annate: 2021, 2022, 2023 e 2024. La serata si è poi conclusa con un tocco di bollicine: lo Spumante Passerina Brut sempre di Pesolillo.

L'azienda crede nel biologico sin dal 2012, e ha debuttato tre anni più tardi con la prima produzione. Il titolare Lorenzo Pesolillo ha spiegato ai presenti che “noi proponiamo solo vitigni autoctoni abruzzesi e lavoriamo, in base alle annate, tra i 100 e i 110 quintali per ettaro. I nostri terreni sono vicini al mare: ciò fa sì che la sabbia conferisca tanta freschezza e salinità sui bianchi. A conferma del fatto che puntiamo soprattutto sulla qualità, il Pecorino lo facciamo solo superiore”.

Si è poi passati agli assaggi veri e propri, partendo dall'annata più recente, ossia la 2024, all'insegna di acidità e freschezza, con un colore giallo dai riflessi argentati. “Noi vogliamo evitare le ossidazioni su tutti i vini”, ha aggiunto Pesolillo. “La fermentazione la facciamo solo in acciaio. Scegliamo di fare vini asciutti”. In prima linea ieri anche la Fisar Pescara, con il suo delegato Alessandro Scena, che ha precisato: “Quella che state provando è una sensazione nuova perché noi di solito non siamo abituati a bere i vitigni in purezza. Stasera stiamo bevendo un'idea del produttore”.

A tale proposito, c'è da dire che nel passaggio all'annata 2023 è stata chiaramente percepibile una escalation, con un vino che al naso risulta più corposo e in bocca è più morbido rispetto al 2024. Dal colore giallo paglierino, il Pecorino 2023 si presta ad abbinamenti con il crudo di pesce e gli spaghetti alle vongole, ma anche il fritto potrebbe avere il suo perché accanto a un prodotto simile. Il nostro vino preferito, tuttavia, è quello del 2022, dotato di maggiore personalità e presenza nel paragone con i suoi “fratelli minori”.

Forse il gusto è più standard, più vicino alle nostre abitudini di palato, ma a conti fatti questo è - a differenza degli altri - il prodotto che ci porterebbe, senza alcuna esitazione, a fare un bis. Il 2021, infine, è un mondo a parte: mostra ancora più intensità, ma in un altro senso, poiché si discosta nettamente dalle altre annate, portandoci a fare un viaggio sensoriale di sicuro diverso.

All'indomani dell'evento, la Fisar Pescara ha voluto rivolgere “un sentito grazie a tutti i partecipanti, ad Alessia per la calorosa accoglienza e naturalmente a Lorenzo Pesolillo per aver condiviso con noi la storia e l’evoluzione di un grande vino del nostro territorio. Abbiamo degustato, discusso, imparato e, soprattutto, celebrato il valore della viticoltura biologica e della qualità”.

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