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L'arresto di Roberto Di Santo: emergono i particolari

Si nascondeva in un casolare di Rosciano ed aveva progettato tutto già da mesi

A cura della Redazione
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Emergono pian piano i particolari dell’arresto di Roberto Di Santo, trovato ieri a Rosciano.

Era ricercato da due settimane ed è stato preso verso le 13 in un casolare di campagna sulla provinciale di bonifica.

Le ricerche erano andate avanti per giorni in maniera serrata nelle zone intorno a Chieti Scalo, Alanno e Cepagatti (facendo levare in volo anche un elicottero).

Le forze dell’ordine hanno notato il camper con il tetto verde, già segnalato dovunque, in un garage: su un tavolino anche la scritta che annunciava “Boom, ci vediamo a Roma”.

Chiaro dunque che il bombarolo avesse già in mente la prossima mossa, forse ancora più “ad effetto” delle precedenti.

Ha cercato anche di fuggire, ma ha poi desistito senza opporsi ai carabinieri a cui ha chiesto altri due giorni di libertà per andare poi a Roma.

Denuncia sociale sullo stato di ingiustizia e la situazione attuale i motivi dei suoi gesti che ha detto sarebbero spiegati nel suo libro (ha invitato i militari a leggerlo).

Capelli rasati e un maglione verde addosso, ha detto ai carabinieri di aver dormito nella ex casa famiglia di Viale Maiella a Madonna degli Angeli nella quale avrebbe abbandonato una candela accesa causa quindi dell’’incendio poi scoppiato.

Sono state sequestrate proprio lì una bombola di gas piena, la bicicletta con cui aveva consegnato il dvd nella sede dell’emittente televisiva Rete 8 ed anche una pistola  ad aria compressa.

Il piano di Di Santo ha origini lontane e ciò è apparso chiaro agli inquirenti: l’uomo a Rosciano aveva con sé generi alimentari, un computer portatile, cd rom, trucchi per camuffarsi. Ha guardato anche la televisione.

Ha ammesso che erano mesi che cercava dei nascondigli per mettere in atto al meglio le sue strategie.

Scioccante il fatto che sia riuscito a muoversi con una bicicletta e con i mezzi pubblici senza che nessuno si sia mai accorto della sua presenza.

I carabinieri sono convinti che abbia agito da solo ed anche del fatto che non volesse fare del male a nessuno.

È stato portato nel carcere di San Donato a Pescara e lunedì risponderà alle domande del magistrato: strage, danneggiamenti ed incendio le accuse a suo carico.
 

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