Chieti- Monta la protesta allâUniversità G. DâAnnunzio di Chieti (circa 250 corsisti) contro il TFA SPECIALE. I corsisti TFA ORDINARIO di Chieti, unendosi ai loro colleghi di altri atenei italiani, hanno richiesto con forza al Senato Accademico e al Rettore Carmine Di Ilio di prendere pubblicamente posizione contro lâistituzione del TFA SPECIALE, il decreto-sanatoria che il Ministro dellâIstruzione Profumo potrebbe firmare prima dellâinsediamento del nuovo governo.
Tale provvedimento abiliterebbe alla professione di insegnante circa 80mila aspiranti docenti, solo in virtù di una breve esperienza da supplenti nelle scuole pubbliche o private, e senza passare per la selezione del Concorso Pubblico, sostenuto gli attuali corsisti del TFA ORDINARIO (11mila circa). Lâ ennesimo sciagurato condono in forma di decreto-legge che, nel caso fosse approvato, affollerebbe per decenni le graduatorie di aspiranti docenti non selezionati sulla base di un Concorso Pubblico, vanificando tutti gli sforzi,i proclami, e le promesse, avanzate da parte dei governi finâora succedutisi, sulla valorizzazione dei giovani meritevoli e sul sacrosanto ripristino della meritocrazia nel reclutamento docenti e nella scuola italiana".
Questa la lettera indirizzata al Magnifico Rettore Carmine di Ilio, ai membri del Senato Accademico, a tutti i docenti dellâUniversità degli Studi G. DâAnnunzio di Chieti-Pescara e agli organi di stampa:
Come ormai noto da diverse settimane, il Ministro dellâIstruzione uscente Francesco Profumo, con il beneplacito dei sindacati (primi fra tutti ANIEF e FLC CGIL), ha intenzione di firmare un decreto, noto ai più come TFA SPECIALE, in modo da abilitare allâinsegnamento centinaia di migliaia di laureati, meritevoli solo di aver svolto, senza abilitazione e in qualità di supplenti, attività di docenza a scuola (pubblica o privata) nel corso degli anni precedenti.
Nellâestate 2007, lâallora Ministro Mariastella Gelmini, con un analogo coup de théâtre, chiudeva improvvisamente le Scuole di Specializzazione allâinsegnamento (SSIS) lasciando un vuoto legislativo di ben cinque anni, poi colmato dallâemanazione del D.M. 249/2010, che regolamenta la nuova tipologia di formazione docenti in Italia, istituendo i TFA (Tirocini formativi attivi). Finalmente nel mese di febbraio 2013, a seguito di lunghe ed estenuanti selezioni (2 prove scritte e 1 prova orale spalmate su sei mesi giugno-novembre 2012), lâemanazione di una graduatoria finale e il pagamento, da parte di noi ammessi, di una tassa di iscrizione universitaria di 2600 ⬠circa, sono finalmente iniziati i corsi e i tirocini del TFA.
Molti candidati, nonostante avessero allâattivo diversi anni di servizio a scuola, loro riconosciuti con un lauto punteggio sulla graduatoria finale, non hanno raggiunto la sufficienza nelle prove di selezione. Adesso, invece di mettersi a studiare per tentare lâesame il prossimo anno, stanno facendo pressioni sregolate sul Ministero, attraverso i sindacati e alcuni esponenti politici compiacenti, per vedere emanato un decreto che permetterebbe loro, senza alcuna selezione e soltanto in nome dei giorni di servizio maturati in scuole pubbliche o private, di ottenere lâabilitazione. Si tratta, in altri termini, di una vera e propria sanatoria, che tira un calcio in faccia al merito e a quanti, come noi, dopo grandi sacrifici economici e intellettuali, quel posto nel TFA ORDINARIO se lo sono sudato!
Va considerato che i posti disponibili nel TFA ORDINARIO sono stati calcolati e banditi dal ministero in base allâeffettivo prossimo fabbisogno di cattedre, e che gli attuali 11mila corsisti accuratamente selezionati, in base allâeventuale famigerato decreto sul TFA SPECIALE, verrebbero sommersi da un orda di circa 80mila aspiranti docenti non selezionati, beneficiari della sciagurata sanatoria. Aspiranti docenti che hanno avuto nel corso degli ultimi tredici anni (dal Concorso ordinario del 1999 sino alla Selezione per il TFA ORDINARIO del 2012) numerose possibilità di abilitarsi alla professione di insegnante, attraverso Concorsi ordinari e Scuole di Specializzazione allâinsegnamento (SSIS), ma che evidentemente non hanno superato le prove di selezione.
Considerati i numeri, insomma, questo unico provvedimento andrebbe a vanificare tutti gli sforzi di programmazione mirata del reclutamento docenti, e soprattutto il sacrosanto obiettivo di ripristinare il principio meritocratico: gli 80mila e più aspiranti docenti, non selezionati e non formati (visto che peraltro beneficerebbero anche di sgravi sulla frequenza dei corsi del TFA SPECIALE), andrebbero a ingolfare per decenni le graduatorie, scavalcando non solo chi ha superato un duro e regolare concorso, ma anche quelli che lo supereranno negli anni successivi! Il provvedimento, dâaltra parte, contraddice il principio su cui lo stato italiano ha deciso di reclutare i suoi insegnanti, vale a dire SELEZIONE e FORMAZIONE: questi 80mila e più aspiranti docenti non saranno né selezionati, né formati. Insomma lâennesima mazzata alla qualità della ormai prostrata scuola italiana, che continua ad essere concepita, soprattutto in campagna elettorale, come un CLAUDICANTE AMMORTIZZATORE SOCIALE.
Noi corsisti del TFA ORDINARIO dellâUniversità G. DâAnnunzio di Chieti-Pescara ci opponiamo con determinazione a questo ennesimo atto di prepotenza politica, che getta ancora una volta la scuola italiana in un baratro fatto di ricorsi e di sanatorie, e che non tutela e valorizza il merito della classe docente.
Ai docenti del nostro Ateneo, vale a dire a coloro che ci hanno ACCURATAMENTE SELEZIONATI e ci stanno FORMANDO, chiediamo innanzitutto di unirsi ai loro colleghi, sottoscrivendo e facendo sottoscrivere lâappello promosso dallâASSOCIAZIONE DOCENTI ITALIANI (ADI) contro il TFA SPECIALE, disponibile on-line al seguente indirizzo web: http://www.adiscuola.it/adiw_brevi/?p=9864
Chiediamo inoltre ai membri del Senato Accademico e al Magnifico Rettore di prendere posizione, pubblicamente, in merito a tale questione.
Chieti 03/03/2013
I corsisti del TFA ORDINARIO dellâUniversità degli Studi G. DâAnnunzio di Chieti-Pescara